“Andrea è il motore che alimenta la mia vita, difficile immaginarmi senza di lui, in lui ho scoperto la scala dei valori che restituisce in parte il bene sottratto da fatiche e rinunce. Con lui ho imparato a vivere attimo dopo attimo inventando giorno per giorno cosa di meglio poter fare . Per lui abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo e non solo, Germania, Spagna fino a Philadelphia negli Stati Uniti. Per lui abbiamo affrontato momenti difficilissimi, ore di attesa di fronte a una sala operatoria, vissuto la disperazione davanti alle tante aspettative disattese perché consapevole che il tempo è un bene prezioso e non ritorna.
Andrea sceglie Luca come fratello maggiore, amico e compagno di giochi, ma tutto questo sarà solo un sogno di breve durata, infatti farà capire pian piano che non sarà quel figlio che ogni genitore o fratello si aspetta. Nasce da parto a termine, inizialmente non lascia presagire nulla ma in realtà per una diagnosi servono due anni di ospedalizzazione che gli insegnano a diffidare del mondo intero e a non lasciarsi toccare da nessuno all’infuori della sua mamma. Il cuore di madre mi spinge a lasciare il lavoro per seguire in prima persona Andrea in terapie, psicomotricità, mentre Luca suo fratello vivrà una sorta di abbandono, sarà spesso a casa in mano d’altri privato dei suoi affetti e della normale quotidianità che ogni bimbo dovrebbe avere , un’esperienza che lo porterà a maturare più in fretta dei suoi coetanei, mentre nel mio cuore di madre rimangono i tanti sensi di colpa maturati nei suoi confronti.
Andrea appena compiuto i tre anni è inserito nella scuola materna ma viene da subito presentato come un “caso difficile”. Inizia un’avventura dentro la quale sarà facile lasciarsi convincere dalla teoria secondo cui il portatore d’handicap dovrebbe crescere all’interno dell’ambiente familiare, a pari passo con i suoi coetanei ma poi tante le domande rimaste senza risposta, tanti i dubbi mai dissolti con la paura di prendere ogni qualvolta la decisione sbagliata.
Andrea non riesce a superare tutto il tempo dell’età scolare, infatti sarà lui a decidere mettendo in difficoltà chi gli sta accanto, inizia con lo strapparsi le maglie che, ancora oggi, usa come strategia vincente quasi un’arma di difesa per restarsene a casa. In realtà il disagio di Andrea inizia molto prima sin dall’inizio delle elementari dove via, via, forse si proponevano richieste troppo alte per le sue capacità e da lì inizia un crescendo di problemi comportamentali. Finito il tempo scolare non si dimentica la fatica e le umiliazioni nella ricerca di un centro diurno disposto ad accogliere Andrea, sembrava impossibile accogliere un soggetto così “complicato”.
Poi avviene l’incontro con un nuovo centro: “Di Bolina” che si prende cura di Andrea.
Matteo, presidente, coordinatore e psicologo, si pone da sempre allo stesso livello degli educatori, applicando personalmente le sue scelte educative, creando una sinergia operativa inequivocabile. Un insieme di educatori che, nonostante le numerose difficoltà, in armonia e insieme, hanno l’ambizione di rendere “normali” cose che razionalmente sono “fuori dal comune”. Con questo spirito sono riusciti a creare attorno ad Andrea un’atmosfera simile ad un solo corpo, così la definiscono. Matteo non si fa problemi a calarsi nella dimensione di Andrea fino a condividere con lui, ogni anno, la camera d’albergo durante le vacanze. Sin dall’inizio ha la nostra totale fiducia e ancora oggi continua a rimboccarsi le maniche mostrandoci in Andrea potenzialità e risorse che altri fatichiamo a vedere. L’intera equipe centra la personalità di Andrea, tutti allo stesso modo capaci di entrare nel suo cuore, riescono a rispettare i suoi tempi e i suoi limiti, a curare l’aspetto relazionale che è andato oltre le apparenze e ogni pregiudizio. Tutto avviene mediante un inserimento graduale che porta Andrea a fare esperienza concreta di un nuovo ambiente simile ad una seconda famiglia!
Ancora oggi Andrea frequenta il Centro diurno di Santa Maria in Selva (MC), gestito dalla Cooperativa Sociale Di Bolina. Andrea racconta a modo suo dei suoi amici. Ogni educatore ed ogni ospite del centro diurno è nel suo cuore! Sono loro che ogni giorno con pazienza e dedizione si prendono cura di Andrea.
Intanto il tempo passa in fretta, Andrea è un ragazzo adulto, non può più godere della presenza di suo fratello che nel frattempo perde la vita in un grave incidente stradale. Il padre subisce un grave danno motorio a causa di un ictus. Sono ancora io madre e moglie ad occuparmi della gestione di problemi più grandi di me. Ma non basta sapere di aver rinunciato a tutto tra cui anche alla mia libertà, ora ci sono aspettative che vanno oltre perché la vita è un soffio e il tempo che rimane non basta, occorre pensare al “Dopo di Noi”, quel tempo inevitabile dove non sarò più in grado di seguire mio figlio, nel cuore e nella mente c’è solo la volontà di lasciare Andrea in buone mani laddove possa essere il meno possibile doloroso il distacco con i propri cari perché curato e seguito da chi nel tempo gli è stato vicino, accanto a quelle figure che via, via sono diventate amicizie e rapporti relazionali importanti consolidati nel tempo.”
Graziella Pesaresi mamma di Andrea